Georgios III è stato eletto a capo della Chiesa ortodossa di Cipro il 24 dicembre 2022. Il dialogo ecumenico come via per “dare nel mondo la speranza cristiana”
Di Andrea Gagliarducci
Nicosia, giovedì, 13. luglio, 2023 12:30 (ACI Stampa).
L’idea è quella di fare una visita a Papa Francesco, secondo i modi e le sedi che saranno ritenuti opportuni. Ma per Georgios III, arcivescovo ortodosso di Cipro, la sfida è ancora più grande: andare avanti sui passi del dialogo ecumenico, mettere da parte ciò che divide per portare al mondo la speranza cristiana.
Georgios III è succeduto all’arcivescovo Chrysostomos II, morto lo scorso 8 novembre. Fu Chrysostomos II a fare la prima visita di un arcivescovo ortodosso in Vaticano nel 2007, firmando una dichiarazione congiunta con Benedetto XVI. Ed è stato Chrysostomos II a ricevere due Papi sull’isola.
Georgios III continua sulle orme del predecessore, consapevole che oggi il dialogo ecumenico è, sempre più, una via per la pace. In questa conversazione, la prima con un media occidentale da quando è arcivescovo di Cipro, Georgios III affronta vari temi: dalle relazioni con la Santa Sede alla situazione in Ucraina, fino alla drammatica situazione della divisione di Cipro, dove si trova l’ultimo muro di Europa.
Lo scorso 24 dicembre è stato eletto successore di Sua Beatitudine Chrysostomos II. Quali sono stati i suoi primi contatti con la Chiesa Cattolica?
I rapporti della Chiesa di Cipro con il Vaticano sono eccellenti. Sono relazioni che derivano dal nostro rispetto per l’antica Roma, ma anche dall’aiuto che abbiamo ricevuto da lei dopo l’invasione turca e dal ruolo che ci aspettiamo di avere come Chiesa cristiana nel suo insieme nel mondo di oggi. Di grande importanza sono le visite degli ultimi due Papi a Cipro. Sottolineano anche l’importanza di Cipro come Chiesa apostolica e come Paese che ha accolto il messaggio del Vangelo nel mondo. Prima dell’istituzione della Chiesa di Roma fu istituita la Chiesa di Cipro con la visita nell’isola di Barnaba, Paolo e Marco. Le visite dei Superiori della Chiesa cattolica romana sottolineano anche l’importanza che attribuiscono al nostro Paese, che è crocevia di popoli e culture. Cipro si trova nell’area in cui l’Africa incontra l’Asia e l’Europa. E queste culture hanno sempre influenzato l’isola. Vicino alla Terra Santa, il nostro Paese ha ricevuto molti visitatori in viaggio verso Gerusalemme ed è stato un luogo di evangelizzazione del cristianesimo. Ecco perché la visita dei Papi mostra l’importanza della posizione di Cipro.
L’arcivescovo Chrysostomos aveva visitato il Vaticano nel 2007, firmando una dichiarazione congiunta con Benedetto XVI. Si sta pensando ad una nuova dichiarazione congiunta o a qualche tipo di collaborazione?
Il Beato Arcivescovo Chrysostomos II ha infatti firmato una dichiarazione congiunta con Papa Benedetto XVI sulla distruzione dell’eredità cristiana nei territori occupati e la promozione della dichiarazione ha aiutato il mondo a capire cosa stia realmente accadendo a Cipro. Avevo accompagnato il beato Arcivescovo nella sua visita ufficiale a Roma. Sono stato con lui nei colloqui sia con il Papa che con il Segretario di Stato della Santa Sede e abbiamo visto l’aiuto che entrambi ci hanno promesso e dato per rimpatriare tante icone e tesori che erano stati rubati dalle nostre chiese, ma anche l’aiuto per mostrare al mondo i diritti della nostra gente. I nostri rapporti reciproci sono quindi molto amichevoli e caratterizzati dalla fiducia mostrata da una Chiesa verso l’altra.
Abbiamo in mente, se a questo scopo possiamo consultarci adeguatamente con la Santa Sede, di visitare Papa Francesco. Non è solo il fatto che in un mondo pressato da altre religioni come il fondamentalismo musulmano. Noi cristiani dobbiamo mettere da parte quel poco che ci separa per evidenziare le tante cose che ci uniscono e dobbiamo dare il messaggio comune nel mondo per la speranza Cristiana. Uniti possiamo invitare anche altri che non hanno ancora incontrato Cristo ad accoglierlo come Salvatore e Redentore del mondo.
Qual è il ruolo della Chiesa di Cipro nel mondo ortodosso?
La Chiesa di Cipro ha sempre svolto un ruolo importante nel mondo ortodosso. La sua rapida organizzazione come Chiesa autocefala, il suo riconoscimento, già nel Terzo Concilio Ecumenico ed il fatto che il suo Primate fosse investito di privilegi imperiali, l’hanno resa rispettata nel mondo ortodosso. Ha partecipato con rappresentanti a tutti e sette i Sinodi ecumenici e la sua posizione è stata sempre rispettata grazie alle personalità che adornavano i suoi troni episcopali. A parte Barnaba, Epifanio, Spiridione il Trimitoo, San Giovanni il Misericordioso, le persone che hanno fatto conoscere Cipro fino ai confini del mondo sono di portata pancristiana. Nell’ultimo secolo, l’arcivescovo Makarios, un combattente per la libertà, è diventato un simbolo non solo del mondo cristiano, ma anche del mondo intero che ha combattuto contro il colonialismo e quindi ha elevato la fede cristiana agli occhi di molte persone. E oggi nelle Conferenze panortodosse la Chiesa di Cipro ha un ruolo importante.
Quest’anno, si celebra il 50esimo anniversario di relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Cipro. La Santa Sede desidera intensificare le sue relazioni con Cipro. Si riflette sulla avvenuta apertura della nunziatura con sede a Nicosia e sull’imminente nomina di un Vescovo Latino. Come vede la Chiesa ortodossa di Cipro questi sviluppi nelle relazioni? E che impatto possono avere?
In effetti il compimento di cinquant’anni di relazioni diplomatiche tra la Repubblica di Cipro e la Santa Sede accresce anche le nostre responsabilità. Apprezziamo l’aiuto che abbiamo ricevuto durante gli anni successivi all’invasione e all’occupazione e che ancora oggi riceviamo dalle delegazioni vaticane in tutto il mondo. E così, giudichiamo che l’esistenza delle relazioni diplomatiche della Santa Sede con il nostro Paese ci è stata di grande aiuto. Siamo felici per questo cinquantesimo anniversario e siamo disponibili a partecipare a qualsiasi evento celebrativo di queste ricorrenze e a contribuire a rafforzare i rapporti tra la Santa Sede e il nostro Paese e con la nostra Chiesa
Le relazioni ecumeniche in Europa, tra l’altro, assumono nuova importanza nel contesto della guerra in Ucraina. Anche la decisione del Patriarcato di Costantinopoli di concedere l’autocefalia alla Chiesa Ortodossa Ucraina ha causato quello che, probabilmente in maniera impropria, è stato definito “uno scisma ortodosso” che ha visto il Patriarcato di Mosca staccarsi da tutti gli organismi di dialogo multilaterale. Quale è la posizione della Chiesa Ortodossa di Cipro? E quali sono i passi che potrebbe fare?
La Chiesa di Cipro ha riconosciuto l’autocefalia della Chiesa Ucraina concessa dal Patriarca ecumenico Bartolomeo. Secondo le istituzioni ortodosse, fino ad oggi il Patriarca ecumenico ha dato e dona l’autocefalia a Chiese che prima appartenevano alla sua zona. I Sinodi ecumenici hanno stabilito che le parti settentrionali, l’Asia Minore, l’Europa appartenessero alla giurisdizione del Patriarcato ecumenico. È il Patriarcato ecumenico che per primo ha concesso l’autocefalia alla Russia, alla Grecia, alla Serbia, alla Romania, alla Bulgaria e ad altri paesi. Pertanto, anche quando l’Ucraina ha ottenuto l’indipendenza e ha chiesto l’autocefalia, il Patriarcato ecumenico gliel’ha concessa. Quando ha dato l’autocefalia alla Russia, il Patriarcato ecumenico ha definito i confini geografici di quella Chiesa e l’Ucraina non vi rientrava. Pertanto, la Chiesa di Cipro, rispettando la morale e le regole che prevalevano nella Chiesa ortodossa orientale, ha riconosciuto l’azione del Patriarcato ecumenico di dare l’autocefalia all’Ucraina. È qualcosa che viene percepito anche da tutte le altre Chiese ortodosse, che forse per ragioni, non tanto canoniche o ecclesiastiche ma legate alle dimensioni della Russia e al suo dislocamento economico, per il momento stanno rinviando il riconoscimento di questa autocefalia. Siamo certi che presto tutte le Chiese riconosceranno i diritti della Prima all’interno della Chiesa ortodossa.
Avverte qualche similitudine tra la situazione di Cipro, dove c’è l’ultimo “muro” di Europa, e quella ucraina?
Cipro è oggi l’unico Paese dell’Unione Europea e dell’Europa diviso, con il 38% del suo territorio occupato e c’è sempre il rischio – negli ultimi anni i turchi non hanno nascosto questa volontà – che venga occupata tutta Cipro. Il nostro mondo è quindi molto sensibile a qualsiasi invasione.
Ecco perché il nostro popolo, il nostro governo e la nostra Chiesa hanno condannato l’invasione russa dell’Ucraina e hanno chiesto l’immediato ritiro dell’invasore, nonché il ripristino dei diritti del popolo ucraino. Però vogliamo che accada esattamente, lo stesso per Cipro. Nel caso dell’Ucraina, tutta l’Europa ed il mondo se ne sono accorti, forse perché le dimensioni di quel paese sono grandi, forse perché la Russia rappresenta una minaccia anche per altri paesi. Ma per la Repubblica di Cipro il mondo si è accontentato solo di alcune dichiarazioni verbali. Chiediamo il rispetto dei nostri diritti e li promuoviamo da cittadini dell’Europa Unita. Tutti gli europei hanno diritto alla libera circolazione, alla libera residenza ed al libero acquisto di proprietà in tutta Europa. Chiediamo che questo venga accettato per i nostri cittadini su tutto il territorio della Repubblica di Cipro. Per poter essi muovere liberamente nel nostro Paese, per poter non solo visitare, ma anche vivere stabilmente nelle nostre case e godere delle nostre proprietà nella zona attualmente occupata.
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